Che succede quando fotografia e architettura si incontrano?

Dal 7 aprile, all'Università della Svizzera italiana, una mostra racconta il dialogo e le intersezioni tra lo spazio rappresentato e lo spazio espositivo. Nel nome dello scambio, non dell’isolamento

Immagine: Bas Princen, Detail #4 (Le Stryge, cianotipia anonima, ca 1860), 2018 - Stampa su carta di riso incorniciata

Si intitola WHAT MAD PURSUIT. Aglaia Konrad, Armin Linke, Bas Princen, la mostra in programma dal 7 aprile fino al 22 ottobre 2023 presso il Teatro dell’architettura Mendrisio dell’Università della Svizzera italiana.

Aglaia Konrad
Shaping Stones (Madrid, 2009)
Stampa digitale su carta in bianco e nero
© Courtesy Aglaia Konrad and Gallery Nadia Vilenne

L'obiettivo dell'esposizione -promossa dall’Accademia di architettura dell’USI e curata da Francesco Zanot- è quello di esplorare il rapporto tra architettura e fotografia, e quello tra quest’ultima e il contesto in cui viene mostrata.

Lo scopo è raggiunto presentando una selezione delle opere di tre protagonisti della scena artistica internazionale che lavorano con la fotografia con modalità diverse: Aglaia Konrad (Salisburgo, 1960), artista autodidatta che vive e lavora a Bruxelles, Armin Linke (Milano, 1966), che lavora con la fotografia e il cinema, e Bas Princen (Zeeland,1975), che vive e lavora a Rotterdam e Zurigo.

Il visitatore vedrà accostate circa 50 opere, realizzate dagli autori in luoghi e momenti differenti con scopi diversi.

Ispirato all’omonimo saggio (What Mad Pursuit) del neuroscienziato britannico Francis Crick, il titolo della mostra introduce il tema delle intersezioni, delle combinazioni e delle confluenze in quanto fondamentale fattore di arricchimento di un intero sistema, privilegiando lo scambio (moltitudine) rispetto all’isolamento (unicità).

Nella serie fotografica Shaping Stones, Aglaia Konrad combina edifici di grandi architetti con altri anonimi, sia antichi sia contemporanei, uniti tra loro dall’utilizzo di uno stesso materiale e dalla modalità di rappresentazione, la fotografia in bianco e nero.

Armin Linke
Paul Engelmann, Ludwig Wittgenstein, Wittgenstein House, Vienna, Austria, 2000
Stampa cromogenica
© Armin Linke 2023, courtesy Vistamare Milano / Pescara

Armin Linke preleva dal proprio archivio immagini preesistenti, scattate in tutto il mondo. L’artista mescola tra loro queste immagini al fine di costituire una nuova narrazione che esula dal contesto di produzione originario, sfidando le nozioni stesse di cronologia, linearità, storia e uniformità.

Bas Princen fotografa altre rappresentazioni, interrogandosi su quello che accade loro una volta che vengono duplicati e convertiti in un’immagine bi-dimensionale. Dettagli di elementi preesistenti, come ad esempio dipinti, oggetti, fotografie, solitamente colti nella loro complessità, sono sottoposti nell’opera di Princen a un ulteriore processo di interpretazione, dando vita a nuove immagini autonome in grado di distaccarsi da quelle di provenienza. L'artista mette inoltre in discussione la stessa bi-dimensionalità della fotografia attraverso una tecnica di stampa basata sul rilievo e dotata di un’insolita qualità scultorea.


Il percorso espositivo, dislocato su due piani, si configura come una giustapposizione e ricombinazione delle opere, che si intrecciano tra loro per acquisire nuovi significati e letture.

Se le opere di Bas Princen, stampate su carta di riso, danno rilievo e corpo alla fotografia, le immagini di Aglaia Konrad si adattano alla superficie della parete su cui sono applicate, mentre le fotografie di Armin Linke sfruttano le caratteristiche architettoniche dello spazio espositivo attraverso dispositivi che ne mettono in rilievo il ritmo, i materiali e la tecnica, stabilendo un dialogo che si risolve in una peculiare forma di 'coreografia installattiva’.

Bas Princen
Enlarged Copy #1 (Manhattan court site, Walker Evans , Octobre 1928), 2022
Stampa cromogenica incorniciata

ʹWHAT MAD PURSUIT. Aglaia Konrad, Armin Linke, Bas Princenʹ
7 aprile – 22 ottobre 2023
Mostra promossa dall’Accademia di architettura dell’USI, a cura di Francesco Zanot

Teatro dell’architettura Mendrisio
Via Turconi 25
6850 Mendrisio, Svizzera

ORARI DI APERTURA
martedì / mercoledì / giovedì / venerdì: ore 14.00-18.00
• sabato / domenica: ore 10.00-18.00

Ingressi mostra
Intero: CHF/Euro 10.-
Ridotto: CHF/Euro 7.- (Studenti e professori con tessera, FAI Italia, FAI Swiss, OTIA, AVS/AI, gruppi)
Carta MAM (Rete dei Musei d’Arte del Mendrisiotto): CHF/Euro 2.- di riduzione su ingressi e bookshop.
Ingresso gratuito: Studenti, collaboratori e docenti USI-SUPSI, AMS-ICOM, Amici dell’Accademia di architettura, tutti fino ai 18 anni e tutti gli studenti delle scuole del Cantone Ticino.

Indietro
Indietro

A Basilea la Giornata Internazionale delle Donne parla anche di emigrazione

Avanti
Avanti

Da Londra all'Italia, senza confini. La bellezza naturale cerca "ambasciatori"