Dieci anni senza Margherita Hack, l’Amica delle Stelle e non solo
di Erminia Fabrizi
Foto: screenshot tratto da RaiPlay Sound
Astrofisica italiana di fama internazionale e abile divulgatrice, Margherita Hack, scomparsa dieci anni fa, il 29 giugno 2013, divenne anche un personaggio del panorama intellettuale della Penisola. Una voce singolare e autorevole, come mai era accaduto a una personalità di scienza. A differenza di luminari e colleghi, lei riusciva a esprimersi con parole semplici, comprensibili a tutti, e sempre formalmente ineccepibili.
In un testo autobiografico del 1998 la stessa Hack si definì “Amica delle stelle”, ma la verità è che fu molto di più. Suo talento fu quello di attraversare con disinvoltura e maestria ambiti diversi, in apparenza ritenuti inconciliabili, mettendoli in comunicazione tra loro, con spontaneità e rigore allo stesso tempo.
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Per la studiosa, tutto era un’avventura, un viaggio tra i pianeti del sapere. Un vivo interesse e una sana curiosità la spingevano a indagare non solo nella scienza, ma anche nella letteratura, nel teatro, nello sport, nell’impegno politico, nelle battaglie per i diritti civili. È stata anche una strenua sostenitrice della laicità dello Stato e una fervente ambientalista.
Hack nacque il 12 giugno 1922 – ironia del destino – vicino a via delle Cento Stelle, nel quartiere Campo di Marte, a Firenze. Lì frequentò il liceo, senza avere la possibilità di sostenere l’esame di maturità a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Da adolescente la Hack fu un’eccellente atleta: fu campionessa di salto in alto e di salto in lungo e giocò pure a pallacanestro e a pallavolo, disciplina in cui sua compagna di squadra era una giovane Carla Fracci, prima di essere consacrata a étoile mondiale. A Firenze la Hack frequentò la facoltà di Fisica, laureandosi con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi, una classe di stelle che diventano più o meno brillanti, permettendo di essere usate per la misura delle distanze cosmiche fino a qualche decina di milioni di anni luce.
In realtà Margherita avrebbe dovuto specializzarsi in elettrostatica, ma si dà il caso che trovasse l’argomento piuttosto noioso e quindi avesse dirottato altrove i suoi interessi. Mosse i primi passi da astrofisica all'Osservatorio di Arcetri, vicino al capoluogo toscano, sulla stessa collina dove trascorse gli ultimi anni della sua esistenza Galileo Galilei. Fu così che per lei ebbe inizio una carriera luminosa che la portò a ricoprire prestigiosi incarichi anche all'estero.
Nel 1944 sposò Aldo De Rosa, scomparso nel 2014. I due, conosciutisi in un parco fiorentino, furono marito e moglie per oltre settant’anni. Insieme al marito, la Hack trascorse poi gran parte della sua vita a Trieste, dove si trasferì nel 1964.
È passata alla storia per essere stata la prima donna italiana a ottenere una cattedra all’università della città friulana, ma anche a essere diventata prima donna direttrice di un Osservatorio Astronomico in Italia, guidando quello di Basovizza, in provincia di Trieste, per oltre 20 anni, dal 1964 al 1987.
Dal 1982 Margherita Hack ebbe una stretta collaborazione con la sezione astrofisica della Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa). Il 13 giugno 2022, in occasione del centenario dalla sua nascita, all’astrofisica è stata dedicata la prima statua in Italia dedicata a una donna di scienza. L’opera, realizzata dalla scultrice Sissi, installata a Milano, vicino all'Università Statale, rappresenta la scienziata come se fosse nata da una delle galassie oggetto delle sue indagini. Le mani dorate e lo sguardo sono rivolti verso il cielo.