Laurea a Mussolini. L'Università di Losanna non la revoca, ma si impegna per una mostra sul fascismo

L'esposizione dovrebbe tenersi nel 2024. L'annuncio durante la tavola rotonda organizzata all'Ateneo per discutere sul significato e sulle conseguenze di tale onorificenza datata 1937

A cura di
Colonia Libera Italiana di Losanna,
ANPI di Ginevra
Comitato XXV Aprile Zurigo

un momento della tavola rotonda

In occasione di una tavola rotonda, che si è tenuta il 23 marzo all’Università di Losanna, sono state consegnate al rappresentante dell’Ateneo oltre 1'500 firme raccolte dal Comitato XXV aprile di Zurigo per una petizione che chiede la revoca del titolo di laurea honoris causae conferito nel 1937 da questa università a Benito Mussolini.

La tavola rotonda, condotta con abilità dal moderatore Joaquim Manzoni, aveva come obiettivo una riflessione sull’onorificenza. Ad aprire il convegno è stata un’introduzione di Michele Scala, presidente della Colonia Libera Italiana di Losanna, seguita dall’intervento del segretario generale dell’UNIL Marc de Perrot. Questi ha ricordato le tappe che hanno portato al conferimento del dottorato nel 1937, completamente dimenticato fino al 1987.

In quell’anno Claude Cantini, infermiere psichiatrico di Losanna appassionato di Storia e autore di vari scritti sul fascismo in Svizzera, ritrovò per caso nell’archivio cantonale il certificato del dottorato conferito a Mussolini. Cantini avrebbe voluto subito renderlo pubblico, ma i vertici dell’Università gli chiesero discrezione e cautela immaginando che questa scoperta avrebbe attirato discussioni animate e probabilmente una richiesta di revoca dell’onorificenza.

Il rettorato affidò a un professore universitario l’incarico di una ricerca sul dottorato, per saperne di più, ma senza alcun esito. Tanto che nel 2000 non solo Cantini, ma altri professori, come il professore Cerrutti a Ginevra, tornarono sul tema chiedendo la revoca della laurea a Mussolini.

Per la professoressa Prezioso, l’UNIL non dà risposte soddisfacenti alle ripetute richieste di revoca del dottorato proveniente da diverse associazioni e professori universitari. Il professore Vallotton comprende le critiche, ma ammette di condividere le conclusioni dell’Università per motivi storici. Pur condannando l’ostruzionismo iniziale dell’Università nei confronti di Claude Cantini, Vallotton riconosce che l’UNIL ha commesso uno sbaglio grave dando il dottorato h.c. a Mussolini per motivi più politici o ideologici che accademici, aggiunge la professoressa Isis Giraldo! Per cui ci si augura che l’UNIL non rifaccia più quest’errore.

Il professore Chollet ricorda come già nel 2005 la professoressa Sandoz avesse chiesto la soppressione dell’articolo sul dottorato troppo spesso all’origine di polemiche istituzionali conflittuali.

Alla tavola rotonda sono intervenute anche la deputata Elodie Lopez, autrice del postulato di revoca al Grand Conseil vodese, e la presidente dell’ANPI di Ginevra, Nicoletta Zappile, che ha consegnato, in presenza di Dario Mordasini e Salvatore Di Concilio del Comitato XXV Aprile venuti appositamente da Zurigo, la petizione al segretario del rettorato.

Pur riconoscendo il «grave errore», l’Università non revocherà il dottorato, conclude Marc de Perrot, ma si impegna a organizzare una mostra sul tema del fascismo l’anno prossimo, nel 2024, a cui parteciperanno emeriti professori ma anche associazioni antifasciste come la Colonia libera Italiana di Losanna, l’ANPI di Ginevra e il Comitato XXV Aprile di Zurigo, promotori della tavola rotonda.

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