Quest’anno si deve dire addio a 1 mimosa su 3. Che cosa succede?
Le associazioni italiane Cia-Agricoltori e Coldiretti segnalano le difficoltà che questo fiore-simbolo sta vivendo. I problemi da affrontare e qualche consiglio per conservarlo al meglio
Dieci milioni di mazzetti pronti a essere regalati ad amiche, fidanzate, mogli e colleghe. Un giro d’affari di 12 milioni di euro. È quanto stimato da Cia-Confederazione Italiana Agricoltori per quanto riguarda la mimosa, simbolo della Giornata Internazionale della Donna, l’8 marzo.
Questo fiore, che rappresenta delicatezza e femminilità, vale da solo l’85% degli acquisti di stagione nello Stivale. Le sue vendite, oltretutto, hanno tradizionalmente un effetto trainante per la commercializzazione di altre specie di fiori primaverili come anemoni, ranuncoli e margherite. Un aspetto positivo che va in parte a compensare la riduzione del 25% degli acquisti dei prodotti floricoli da parte dei consumatori italiani, causata da un’inflazione che da mesi viaggia a doppia cifra.

Tuttavia, in parallelo, Cia segnala anche la scarsità del prodotto – calato, nel 2023, del 40% – a causa delle fioriture anticipate avvenute a gennaio per effetto di temperature ben al di sopra della media stagionale. A incidere è anche l’impatto negativo della siccità, soprattutto nella regione italiana della Liguria, da dove arriva il 90% della produzione nazionale. Per far fronte alle conseguenze del cambiamento climatico, il vivaismo della Penisola mediterranea starebbe studiando varianti tardive di mimosa.
Ma nel frattempo quest’anno si deve dire addio a 1 mimosa su 3, come rimarca Coldiretti. “Nell’ultimo anno la siccità e le alte temperature – fanno sapere gli esperti della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti – hanno tagliato la raccolta, come mai avvenuto a memoria dei florovivaisti.
Il 2022 infatti è stato l’anno più caldo mai registrato prima con la temperatura media superiore di quasi un grado (+0,98°) con il 30% di precipitazioni in meno rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, secondo le elaborazioni Coldiretti sulla banca dati Isac Cnr che evidenziano come la stessa anomalia si conferma anche nei primi mesi di quest’anno”.
I produttori floricoli italiani sono riusciti a mantenere prezzi stabili rispetto allo scorso anno. Nonostante ciò – aggiungono gli agricoltori di Cia – si evidenzia un aumento del 20% del costo al dettaglio sulla parte commerciale: i prezzi dei “mazzetti” di mimose partono dai 6 euro fino ad arrivare a 10-12 euro mentre le piante, il cui prezzo dipende dalla grandezza del vaso, oscillano dagli 11 fino a 50 euro.
Nell’ambito di una situazione complessivamente difficile per l'agricoltura, comunque, l’associazione dei Florovivaisti Italiani di Cia indica anche un buon livello di export.
A causa degli eccessivi costi di trasporto, infatti, è diminuita l'importazione in Europa di fiori dal Sud America e dall'Africa, che rappresentano una concorrenza problematica per la floricoltura tricolore. Si tratta di Paesi dove spesso non vengono rispettati i diritti dei lavoratori e dove si produce utilizzando pesticidi vietati nell'Unione Europea. Basti pensare alle rose vendute nelle catene della grande distribuzione, provenienti per la quasi totalità dal Kenya, o delle orchidee, al 90% da Taiwan.
Come viene spiegato da Coldiretti, la mimosa fu introdotta in Europa intorno al 1820 trovando in Italia ottime condizioni di coltivazione e clima. Le varietà attualmente più diffuse sono la Floribunda e la Gaulois, la più rigogliosa.
Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, nei casi di “pericolo” – per esempio se vengono sfiorate o se la temperatura supera i 20 gradi – si ritraggono: è da questa particolare reazione che ha preso il nome scientifico “mimus”, dal latino “attore mimico”.
Qualche consiglio per conservare al meglio i vostri allegri rametti gialli e profumati?
“È bene tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone”, avvertono i Coltivatori Italiani della Confederazione.
“Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore”.