A Verona e nel mondo, l’Italia del vino fa il botto
Bollicine, drink con mix innovativi, riscoperta della tradizione: ecco su cosa punta il settore. Dopo aver chiuso con successo, in Veneto, la sua 55esima edizione, la fiera Vinitaly è attesa in Asia
di Maria Moreni
Con 93 mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere, ha appena chiuso i battenti la 55esima edizione di Vinitaly, la grande e storica manifestazione internazionale dedicata al mondo del vino, in scena a Verona, ogni anno, dal 1967. E tutto è già pronto per le nuove tappe in programma in Cina.

Infatti, con il sostegno di Ice (Italian Trade & Investment Agency), agenzia per la promozione all’estero e internazionalizzazione delle imprese tricolori, la kermesse, per alcune presentazioni, degustazioni e masterclass, si sposterà a Chengdu l’11 aprile, per poi proseguire a Shenzhen, il 14 aprile, dove è attesa la presenza di oltre 450 espositori provenienti da 20 Paesi. Dall’11 al 13 maggio 2023, sempre a Shenzen, si terrà il ‘Wine to Asia 2023’, dove non mancherà una rappresentanza di aziende di primo piano della Penisola mediterranea, legate al mondo dei vini e dei distillati.
Intanto, in occasione dell’ultimo salone veronese si sono delineate alcune interessanti tendenze e strategie di questi segmenti, sulla rampa di lancio per i prossimi mesi. Secondo esperti e professionisti del mercato, in estate e in autunno proseguirà una crescita sempre maggiore di spumanti, in particolare Prosecco e Champagne.
Nelle scelte di acquisto e di consumo, anche a livello familiare, si fa sentire chiaramente l’influenza dei ragazzi della Generazione Z.
In linea con la domanda dei giovani che richiedono cocktail meno alcolici e più facili da bere, le proposte di maggior successo nei bar e nella ristorazione sono mix innovativi in cui sono miscelati con equilibrio e armonia vini e liquori, come l’abbinamento, per esempio, tra rosso e Tequila.
Vanno forte anche i nettari aromatizzati alla frutta, freschi e conviviali, veicoli di condivisione e socializzazione pur nella ricerca della qualità.
È certamente in atto la riscoperta di grandi tradizioni made in Italy come il dopopasto a base di grappa, rinnovato sempre nell’ottica della miscelazione sapiente e contemporanea. Ma, in parallelo, si fanno largo anche nuovi orizzonti che guardano all’Estremo Oriente, rappresentati da bevande millenarie ad alta gradazione come saké e kombucha.
Quello che continua a piacere a tutte le fasce di età è il legame con il territorio del vino (così come del cibo), una connessione che rafforza il senso di identità e di appartenenza.
Allo stesso tempo, per i visitatori stranieri che sono tornati a esplorare le bellezze del Belpaese, il radicamento dei vitigni ai contesti locali è un valore aggiunto per “gustare” ancora meglio la cultura enogastronomica dello Stivale.
Sostenibilità e capacità di abbinare piatti regionali e calici raffinati sono alcune delle chiavi vincenti dell’ospitalità in ripresa dopo i due anni della pandemia.
In concomitanza a ciò, per via della congiuntura economica difficile, continua a salire il consumo domestico. Ma anche tra le mura della propria casa, in compagnia o in solitudine meditativa, si ha voglia innanzitutto di materie prime di pregio, passando per etichette di bianchi e rossi celebri in tutto il mondo. Meglio ancora se le bottiglie vengono presentate in una nuova veste capace di esaltare tutta la storia dei prodotti, ma con un tocco di modernità e originalità.

Al termine di Vinitaly 2023, ha dichiarato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo: «L’obiettivo è quello di costruire con i partner istituzionali una piattaforma promozionale permanente e coordinata in grado di attrarre da un lato gli investimenti dell’incoming sull’Italia, dall’altro sul prodotto italiano all’estero con un radicamento di Veronafiere – dopo Brasile e Cina – negli Stati Uniti, in Giappone, in Corea del Sud e nel Far East».
La prossima edizione della fiera internazionale del vino andrà in scena in Italia dal 14 al 17 aprile 2024.