Il sonno irregolare fa male al cuore
Un nuovo studio dimostra che non avere abitudini costanti nel riposo notturno può comportare una perdita di elasticità delle pareti arteriose
di Giorgio Marini
Ci vuole costanza, anche nel sonno.
Diversamente, avere delle abitudini irregolari per quanto riguarda il dormire favorisce lo sviluppo dell'aterosclerosi, una condizione che può dare luogo a ictus o infarto. Lo spiega un recente studio coordinato dal Vanderbilt University Medical Center di Nashville (Usa) e pubblicato sul ‘Journal of the American Heart Association’.

Il legame tra cattiva qualità del sonno e malattie cardiovascolari è conosciuto da tempo. In questa nuova indagine, i ricercatori si sono concentrati soprattutto sugli effetti dell’irregolarità del sonno, ovvero l'alternarsi di diverse durate del riposo notturno durante la settimana.
Gli studiosi hanno analizzato i dati di oltre 2mila persone tra i 45 e gli 84 anni per capire come le abitudini notturne si ripercuotessero sul rischio di sviluppare aterosclerosi (o arteriosclerosi) cioè una perdita di elasticità delle pareti delle arterie dovuta all'accumulo di calcio, colesterolo, cellule infiammatorie e materiale fibrotico.
Dalla ricerca è emerso che le persone la cui durata del sonno subiva variazioni settimanali maggiori di due ore avevano un rischio fino al 40% più elevato di avere calcificazioni alle arterie coronarie, del 12% in più di avere placche alle carotidi e quasi doppio (+91%) di avere occlusioni alle arterie degli arti inferiori.
Ha dichiarato la prima firmataria dello studio, Kelsie M. Full: “Mantenere abitudini del sonno regolari e diminuirne la variabilità è un comportamento di vita facilmente regolabile che può aiutare non solo a migliorare il sonno, ma anche a ridurre il rischio cardiovascolare”.
Ma quanto deve durare il sonno ideale per la salute del nostro cuore? Va dalle sei alle otto ore a notte, proprio come ripetono da tempo gli esperti. Lo ha confermato qualche anno fa un altro rapporto a cura dell’Onassis Cardiac Surgery Centre di Atene. In quel caso è stata effettuata una metanalisi che ha incluso 11 ricerche prospettiche relative a oltre un milione di adulti (1.000.541) senza malattie cardiovascolari.
Due gruppi – uno con meno di sei ore di sonno notturno (breve durata) e l'altro con oltre otto ore (lunga durata) – sono stati messi a confronto con il gruppo di riferimento (che dormiva da sei a otto ore). È emerso che sia per chi dormiva poco sia per chi dormiva tanto vi era un rischio maggiore di sviluppare una malattia delle coronarie o l'ictus o di morire a causa di queste patologie. I partecipanti sono stati seguiti per un periodo medio di 9,3 anni: chi dormiva meno di sei ore risultava più a rischio del 33%, chi dormiva per più di otto dell'11%.
Premettendo che sono necessarie ulteriori ricerche, Epameinondas Fountas, autore dello studio, ha spiegato che ormai è noto che il sonno influenza i processi biologici come il metabolismo del glucosio, la pressione e l'infiammazione, che hanno un impatto sulle malattie cardiovascolari.
“È improbabile che avere una notte in cui si dorme poco o troppo sia dannoso per la salute, ma si stanno accumulando evidenze sul fatto che la prolungata privazione del sonno notturno o il sonno eccessivo dovrebbero essere evitati”, ha aggiunto il professionista. “Prendere l'abitudine di dormire da sei a otto ore per notte, andando a letto e alzandosi alla stessa ora tutti i giorni, evitando alcol e caffeina prima di andare a letto, mangiando in modo sano e facendo attività fisica è una parte importante di uno stile di vita sano”.