La grande attualità di Alessandro Manzoni

Il 22 maggio 2023 ricorre il 150esimo anniversario della scomparsa dell'autore dei "Promessi Sposi"

di Giorgio Marini

Il 22 maggio ricorre il centocinquantesimo anniversario della scomparsa di Alessandro Manzoni, morto nello stesso giorno del 1873 nella sua città natale, a Milano. Si tratta di uno degli autori italiani più importanti – senatore del Regno d’Italia dalla sua proclamazione nel 1861 – la cui opera, ancora oggi, risulta illuminante rispetto a varie sfide contemporanee, dalle insurrezioni alle guerre, dalle crisi spirituali e religiose fino alle epidemie.

Casa del Manzoni, Milano

Casa-Museo e non solo

Non stupisce, dunque, il fitto calendario di eventi celebrativi previsti per onorare la sua figura, a partire dal capoluogo lombardo. Cuore pulsante delle celebrazioni è Casa del Manzoni, in via Gerolamo Morone 1, residenza dello scrittore e della sua famiglia dal 1813 fino alla sua morte e oggi sede del Museo manzoniano. Altri luoghi in cui si terranno iniziative ed eventi commemorativi a Milano sono il Duomo, la Biblioteca Nazionale Braidense e il Castello Sforzesco.

Un contesto difficile

Manzoni venne alla luce nel 1785. Sua madre era Giulia Beccaria, figlia del marchese Cesare Beccaria, giurista e filosofo, esponente di spicco dell’Illuminismo. A causa dei dissesti economici della sua famiglia d’origine, nel 1782 la giovane aveva dovuto sposare il ricco e nobile lecchese Pietro Manzoni, di ventisei anni più grande. Il figlio, probabilmente, nacque dall’amore ricambiato tra la Beccaria e il letterato Giovanni Verri. A quest’ultimo, però, i fratelli Pietro e Alessandro avevano negato il beneplacito affinché potesse convolare a nozze con Giulia.

Da Milano a Parigi

Nel 1792 la Beccaria e Manzoni senior si separarono consensualmente. Alessandro fu affidato a Pietro che, prima di morire, nel 1807, riconobbe il piccolo come suo erede universale. Il bambino visse un’infanzia triste e cupa, in solitudine. Studiò presso i padri somaschi e i Barnabiti nel capoluogo lombardo, per poi proseguire la sua formazione a Parigi, dove nel frattempo si era trasferita la madre con il nuovo compagno Carlo Imbonati, mancato poi nel 1805. Nel 1808 Manzoni sposò, con rito calvinista, Enrichetta Blondel, che lo affiancò anche nella conversione alla corrente cattolica del giansenismo, per cui l’uomo nasce già “corrotto” e non può fare nulla contro il peccato. La salvezza dipende solo dalla grazia divina.

‘I promessi sposi’

Nei primi anni dell’Ottocento, nella capitale francese, Manzoni compose gli ‘Inni Sacri’, poesie di stampo neoclassico, e tragedie tra cui il ‘Conte di Carmagnola’. Successivamente, dopo essere tornato con la moglie a Milano, ideò ‘Fermo e Lucia’, primissima stesura de ‘I promessi sposi’. La versione definitiva del romanzo storico – vero e proprio modello della lingua letteraria italiana moderna – fu poi realizzata tra il 1840 e il 1842. La narrazione ruota attorno all’amore contrastato, ma alla fine trionfante, tra i due popolani, semplici e onesti, Renzo Tramaglino e Lucia Mondella. Lo scenario è la Lombardia del Seicento, all’indomani della dominazione spagnola, tra calamità di ogni tipo, peste, carestia e tumulti popolari.

L’italiano, lingua viva

Ma le principali novità dell’opera sono grammatica, lessico e sintassi, frutto di una netta e strutturata opera di “toscanizzazione” della lingua: non più quella trecentesca, aulica e sontuosa, di Dante, Petrarca e Boccaccio, appannaggio esclusivo delle classi colte e abbienti, bensì il fiorentino parlato della borghesia, molto più vivo e dinamico, alla portata di tutti.

Casa del Manzoni, Milano
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