«La scienza del microbiota apre nuovi sviluppi nella lotta ai tumori del colon»
Lo studio della nostra flora batterica intestinale nella cura dei malati di cancro si avvale di una promettente ricerca, tuttora in corso, condotta dalla dott.ssa Sara De Dosso su un gruppo di pazienti dell’Ente Ospedaliero Cantonale.
Di Fabio Lo Verso 4 aprile 2025
La scoperta del microbiota intestinale e dei suoi ruoli nella salute è forse uno dei capitoli più appassionanti della medicina. Immaginate una galassia di batteri, virus, funghi e protozoi, oltre mille miliardi di microrganismi che popolano, altri direbbero «colonizzano», il nostro intestino, e qui dialogano e collaborano fra loro in buona pace, con cordialità e efficacia. A volte, però, capita che attraversino delle fasi di crisi, sfociando in una malattia.
Quando «l’equilibro è stabile, fra batteri buoni e cattivi si crea uno stato di eubiosi», ci spiega la Dott.ssa Med. Sara De Dosso, vice primario all’Istituto oncologico della Svizzera italiana, «ma quando avviene un’alterazione di questo equilibrio, si può instaurare una situazione di disordine, chiamata disbiosi, con i batteri cattivi che hanno la facoltà di stimolare la carcenogenesi». In altre parole, alcuni batteri possono influenzare lo sviluppo di tumori, «in particolare quello del colon», specifica la dott.ssa De Dosso, che oggi dirige uno studio sugli effetti della manipolazione del microbiota «a nostro favore, contro i tumori».
Dott.ssa De Dosso, su cosa verte la sua ricerca?
Al centro della mia ricerca ci sono, da un parte, un tipo di batterio, il fusobacterium nucleatum o fusobatterio, dall’aspetto fusiforme (foto) e, dall’altra, un antibiotico, il metronidazolo, che si usa generalmente per curare ad esempio le diverticoliti o le infezioni genitali nelle donne. In presenza del fusobatterio si verifica una peggiore risposta al trattamento antitumorale, invece altre specie batteriche si associano a una migliore risposta. In laboratorio è stato osservato che la presenza in abbondanza del fusobatterio stimola le cellule tumorali alla crescita e a disseminarsi attraverso il circolo sanguigno. Ora la somministrazione del metronidazolo riduce la carica batterica intratumorale e le cellule del tumore del colon perdono lo stimolo a crescere.
Dott.ssa Med. Sara De Dosso
Come si svolge concretamente il suo studio?
Lo studio è svolto su pazienti con una diagnosi di tumori del colon che hanno in previsione un intervento chirurgico. Sfruttiamo questa finestra temporale con una cura antibiotica di metronidazolo. In seguito confrontiamo la presenza del fusobatterio per dieci giorni prima dell’operazione al momento della coloscopia diagnostica, con la presenza dello stesso nel pezzo di intestino scaturito dall’intervento di resezione chirurgica. Vogliamo dimostrare che un breve ciclo di antibiotico può annientare la presenza di questo batterio cattivo nei tumori del colon.
Quando è cominciata la sua ricerca?
Nel novembre 2023 e terminerà alla fine di quest’anno. è condotta su circa quaranta pazienti, in collaborazione con l’ospedale di Como, laddove i pazienti afferiscono da noi per una questione di vicinanza geografica. Ci tengo davvero molto a specificare che si tratta di una ricerca accademica, abbiamo vinto un grant, una sovvenzione, della Lega svizzera contro il cancro e ottenuto il supporto dalla Fondazione ticinese contro il cancro.
Come si situa la sua ricerca a livello internazionale?
Non ci sono altri studi a livello internazionale, siamo gli unici al mondo, abbiamo già condiviso questa idea con un network di specialisti, e c’è molta attesa nel mondo scientifico perché, come detto, i risultati della ricerca potrebbero aprire nuovi sviluppi nella lotta al tumore del colon, che è la terza forma di cancro più frequente in Svizzera. C’è da dire che il ricorso agli antibiotici è semplice e poco costoso, questo spiega perché l’interesse è così alto nei confronti della nostra ricerca.
Come coniuga la sua ricerca con il fatto che gli antibiotici non hanno oggi buona reputazione?
La cattiva reputazione degli antibiotici è legata all’abuso di questi farmaci, un fenomeno che è avvenuto in particolare nell’ultimo decennio. è vero che gli antibiotici eliminano indistintamente tutti i batteri, i cattivi ed anche i buoni. All’interno del nostro studio clinico svolgiamo anche un’analisi dell’impatto negativo degli antibiotici sulla flora batterica. In ogni caso il metronidazolo è un farmaco mirato proprio contro i batteri della classe del fusobatterio, quindi non ci aspettiamo sia dannoso contro quelli buoni.
Come fare per prendere cura del proprio microbiota?
C’è da precisare intanto che nessun individuo possiede un microbiota uguale a quello di un altro, e che il microbiota è dappertutto, nei capelli, nella pelle, nella bocca, nelle narici, nei polmoni, ecc. Esiste una componente genetica che non possiamo modificare, così come non si può far nulla contro l’avanzare degli anni, le persone anziane vanno inesorabilmente incontro a un depauperamento della ricchezza della flora batterica. Fatte queste premesse, il microbiota è influenzato dall’ambiente in cui viviamo, dall’inquinamento, dallo stress che abbassa il nostro sistema immunitario, da una cattiva alimentazione e dalla vita sedentaria. Prenderne cura significa adottare uno stile di vita sano, una dieta varia e bilanciata, limitare lo stress e fare attività fisica.