Un italiano di Lucerna fra gli «Alpini dell’anno»

Il cavaliere Giulio Rossi è stato premiato a Vado Ligure. Originario di Clusone, in provincia di Bergamo, è uno dei quattro laureati dall’Associazione nazionale alpini.

Di Ippazio Calabrese consigliere Comites Zurigo 16 settembre 2024

Giulio Rossi (a destra) con Sebastiano Favero, presidente dell’Associazione Nazionale Alpini.

 

Il Premio Nazionale dell’Associazione nazionale alpini (Ana), alla sua 49° edizione che si è svolta Il 13, 14 e 15 settembre 2024 a Vado Ligure, è stato quest’anno attribuito anche all’alpino Giulio Luigi Rossi del Gruppo di Lucerna, della Sezione Svizzera, originario del capoluogo della Valle Seriana, Clusone, dove ha vissuto per ben 24 anni. Nato il 6 maggio 1939 da papà Carlo e mamma Claudia Clara Carobbio (piacentina), la sua non è stata un’infanzia facile, contrassegnata dalla prematura scomparsa del padre, annegato nell’agosto del 1946 nel Lago di Garda, davanti alle sue operaie, quando lui di anni ne aveva solo sette e in famiglia c’erano altri tre fratelli e due sorelle.

C’è allora da stato da fare i conti con la povertà che improvvisamente aveva bussato alla porta e che l’ha costretto più avanti a non continuare gli studi desiderati, dopo il diploma dell’Avviamento Commerciale e quindi cominciare a lavorare come panettiere, per cinque anni, 361 giorni all’anno… Un impegno interrotto dal servizio militare, svolto per diciotto mesi nel corpo degli Alpini.

Assegnato al 5° Reggimento Alpini a Merano, Giulio ha frequentato anche il corso di Caporale, classificandosi terzo (licenza premio) su una cinquantina di alpini. Poi anche il corso di Esploratore, da lui vinto: «Erano i tempi degli attentati dinamitardi nel Sud Tirolo», racconta Giulio, che oggi vive a Emmen nel Cantone di Lucerna. «Fummo impegnati nell’prdine pubblico voluto dallo Stato a difesa di diverse cose. Per tre, quattro mesi feci la guardia sulla ferrovia Merano-Bolzano, con un compagno e con armi cariche dalle 20.00 alle 4.00 del mattino. Più avanti, mancando sottufficiali, il capitano mi scelse come « comandante » per quattro, di un discaccamento di 28 Alpini a Foiana di Lana, dove avevamo la responsabilità di proteggere la condotta che portava l’acqua alla centrale di Lana».

E’ stato un amico, nel febbraio 1963, a proporgli di emigrare in Svizzera, a Lucerna: «Non ci avevo mai pensato», continua Giulio Rossi, «ma ci vidi la possibilitâ di raggiungere il mio sogno di di divenire impiegato commerciale. Il mio amico lavorava a Lucerna come panettiere. Gli orari erano diversi, migliori rispetto a quelli italiani, e così mi sono trasferito».

Dopo venti anni di studi serali per ottenere il diploma di commercio e di tedesco, e anche il diploma di ragioneria svizzera e italiana, l’alpino Rossi ha potuto raggiungere diversi posti di responsabilità nella ditta dove venne impiegato. A Lucerna, dove poi è rimasto, incontrò Irmgard, quella che da 59 anni è sua moglie e gli ha dato quattro figli.

In Svizzera il suo è stato un impegno a tutto campo (non si parla dello sport, dove ha pure vinto 45 tornei in 4 categorie). Ha contribuito al processo d’integrazione degli italiani nel tessuto sociale locale, divulgando lo spirito cristiano e la cultura italiana. Tante anche le cariche ricoperte (dieci presidenze), che ne testimoniano il grande e costante impegno profuso in tanti anni di emigrazione. Nel 1971 venne eletto prima a Lucerna e poi tra i grandi elettori a Solothurn come Consigliere Sinodale, in rappresentanza degli italiani di Lucerna e Zugo. Quindi partecipò dal 1972 al 1975 al «SINODO 72», indetto per rinnovare la Chiesa Svizzera nel dopo Concilio. Qui ha cominciato a scrivere le sue «Riflessioni» sulla fede.

E’ Lettore dal 1968 e Ministro straordinario dell’Eucarestia dal 1973, e membro del Gruppo liturgico della Missione. Tra le altre cose, Giulio Rossi è stato membro del Circolo Culturale Italo-Svizzero di Lucerna, della Commissione pastorale per stranieri, ha fondato e presieduto il Circolo bergamaschi di Lucerna ed è stato presidente del Comitato cantonale d’intesa. E’ stato anche cofondatore anche del Gruppo Donatori di Sange di Emmen.

Ora la sezione Alpini di Savona, a cui l’Ana ha delegato l’incarico, di assegnare il Premio Nazionale, l’ha nominato 49° Alpino dell’anno e premiato con un diploma d’onore. «A plasmarmi come uomo – conclude Giulio, che dal 2017 è capogruppo degli Alpini di Lucerna – è stato il servizio militare al quale poi si è aggiunta la fede in Gesù Cristo. Tutto ciò mi ha fatto maturare, dandomi la forza materiale e spirituale di affrontare e superare diversi studi e tutte le difficoltà che ho incontrato nella vita».

 
Corriere dell’italianità


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