C'è più gusto a visitare l'Italia. Milioni di turisti in arrivo

Il cibo tricolore “alimenta” il turismo. Secondo le previsioni dell’Istituto di ricerca Demoskopika, nel 2023, nella Penisola, sono attesi oltre 442 milioni di visitatori attirati dalle specialità enogastronomiche

Immagine: Le Stoai - Foto di Fabio Florio - ©Studio Eidos

Il turismo continua a essere una voce importante del prodotto interno lordo tricolore. A fare da traino, in particolare, sono le proposte che abbinano la scoperta del territorio e quella delle specialità enogastronomiche locali. Accanto, dunque, alla bellezza del paesaggio e delle opere d’arte, il cibo esercita una forte attrazione sui visitatori pronti a conoscere meglio la Penisola mediterranea in tutte le sue sfumature… e in tutti i suoi gusti.

Per quanto riguarda l’ambito turistico, il 2023 presenterebbe prospettive incoraggianti. Nello Stivale, infatti, anche nei prossimi mesi è atteso un aumento dei flussi turistici: oltre 442 milioni di presenze e quasi 127 milioni di arrivi, con una crescita rispettivamente pari al 12,2% e all’11,2% in confronto all’anno precedente. È quanto emerge dalla nota previsionale “Tourism Forecast 2023” dell’Istituto Demoskopika, che ha stimato i principali indicatori turistici (arrivi, presenze e spesa turistica) per regione elaborando la serie storica dei flussi dal 2010 al 2022.

A scegliere il Bel Paese per le vacanze sarebbero quasi 61 milioni di stranieri, pari a poco meno della metà del dato complessivo degli arrivi previsti, generando 215 milioni di pernottamenti. Un effetto positivo si registrerebbe anche sulla spesa turistica: sempre secondo le stime dell’istituto si parlerebbe di 89 miliardi di euro, con una crescita del 22,8% rispetto al 2022.

Matera- ©Studio Eidos

“Le nostre previsioni”, ha dichiarato il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, “descrivono un andamento in crescita dei flussi turistici più che significativo. Si potrebbe registrare il valore più alto delle presenze dal 2010 ad oggi, con il mercato estero che incrementa le sue scelte di consumo turistico verso la ‘destinazione Italia’”.

Secondo la Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti (Coldiretti), la ripresa del turismo dopo la pandemia fa da leva al cibo Made in Italy, diventato nell’ultimo anno la prima ricchezza dell'Italia del valore di 580 miliardi di euro, malgrado le difficoltà della crisi energetica legata alla guerra in Ucraina.

Il ritorno a pieno ritmo delle attività di ristorazione e accoglienza, dai locali agli agriturismi, ma anche di botteghe, mercati, fiere e sagre, ha avuto un impatto importante sulla tavola che oggi rappresenta quasi un quarto del prodotto interno lordo italiano. Lo stesso avviene nella filiera dal campo alla tavola, con 4 milioni di lavoratori in 740 mila aziende agricole, 70 mila industrie alimentari, oltre 330 mila realtà della ristorazione e 230 mila punti vendita al dettaglio.

Il cibo è attualmente la voce principale del budget delle famiglie italiane e straniere in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa destinato per consumare pasti fuori, ma anche per l’acquisto di alimenti, souvenir o specialità enogastronomiche. Si tratta di prodotti tipici che i visitatori esteri continuano a ricercare anche una volta tornati nei Paesi di origine, con un importante effetto promozionale che spinge l'export nazionale.

Il risultato è che le esportazioni agroalimentari Made in Italy hanno fatto segnare uno storico record nel 2022, raggiungendo un giro d’affari di 60 miliardi. È quanto risulta da una proiezione Coldiretti su dati Istat. L'Italia, spiega ancora la Confederazione, è si è così affermata come leader mondiale del turismo enogastronomico.

Yuniqly Torre Guaceto- ©Studio Eidos

Le medaglie d’onore non finiscono qui. Quella praticata nella Penisola sarebbe l’agricoltura più ecologica e sostenibile d'Europa e conta 5.450 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo, per almeno 25 anni censite dalle Regioni; 316 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario; 415 vini Doc/Docg. Si registra un primato anche nel biologico, con circa 86 mila aziende agricole bio e 25 mila agriturismi disseminati sul territorio tricolore.

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