Salvaguardiamo botteghe e locali storici italiani

Al Senato è stato presentato un disegno di legge

di Maria Moreni

Un disegno di legge in difesa di alberghi, ristoranti, pasticcerie-confetterie-caffè letterari e fiaschetterie che hanno fatto la storia dell’ospitalità italiana. E un fondo da 150 milioni di euro per la loro salvaguardia.  

Lo ha presentato di recente il vicepresidente del Senato italiano, Gian Marco Centinaio, con il contributo dell’Associazione Locali Storici d’Italia, sodalizio culturale guidato da Enrico Magenes. Insieme a loro è intervenuta la docente di Economia del turismo all’Università Bocconi di Milano, Magda Antonioli.

Il disegno di legge riconosce – per la prima volta nella storia recente – un piano di sostegno a tutela e valorizzazione di alcune storiche realtà artigianali e commerciali della Penisola. Il programma andrà realizzato, come anticipato, attraverso un finanziamento 50 milioni di euro annui nell’arco di un triennio, istituito presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).

I beneficiari degli incentivi saranno, per l’appunto, attività, esercizi, imprese ed esercizi alberghieri che siano attivi da almeno 70 anni e che abbiano mantenuto arredi e ambienti originali, connotati da particolare interesse storico, culturale o artistico e legati alle tradizioni locali.

Sono, del resto, gli stessi parametri utilizzati per avere accesso all’Associazione Locali storici italiani, che oggi conta 200 soci-avamposto dell’ospitalità tricolore in tutto lo Stivale. Si tratta di piccoli e medi imprenditori (spesso gruppi familiari) sopravvissuti alle guerre mondiali, alle crisi economiche e alle catastrofi naturali, oggi sempre più in ginocchio sotto i colpi prima dalla pandemia – che ha bloccato il giro d’affari delle città d’arte – e poi dalla crisi energetica e dall’aumento dei costi delle materie prime anche per riflesso della guerra russo-ucraina.

Il progetto di legge prevede il censimento e l’istituzione dell’elenco regionale dei locali storici, con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy che provvede all’aggiornamento dell’elenco nazionale. Di concerto con il Ministero della Cultura e previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni, il Mimit fisserà i criteri e le dinamiche di ripartizione del fondo.

L’Associazione presieduta da Magenes stima che ci siano circa 300 locali storici italiani che rispondono ai requisiti previsti dal disegno di legge, tali da essere censiti per poi accedere alle risorse. Saranno i singoli Comuni di appartenenza a decidere se destinare i soldi ai contributi per l’affitto o per il restauro, ma anche, eventualmente, a riduzioni o esenzioni dalle imposte. In programma ci sono anche campagne di sensibilizzazione nelle scuole per l’adozione di progetti educativi su storia, cultura e tradizioni inerenti.

Ha dichiarato il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio: “I locali storici rappresentano veri e propri beni culturali da sostenere e difendere in quanto esprimono la storia, l’arte e le tradizioni dei territori locali. Ma non si tratta di semplici ‘fotografie del passato’. Al contrario, sono vivi promotori di attività produttive, commerciali e ricettive, che rappresentano anche un importante attrattore turistico”.

L’interesse a tutelarli e a dare a titoli e gestori strumenti per andare avanti deriva anche dal fatto che molti vivono una condizione di grande difficoltà, dovuta – oltre ai fattori già indicati – anche alla concorrenza delle grandi multinazionali che occupano sempre di più i centri storici cittadini. Lo ha sottolineato lo stesso Centinaio, che ha aggiunto: “Con questo disegno di legge, vogliamo aiutare i locali storici a sopravvivere e a mantenere la loro specificità come identità culturale collettiva, ispirandoci alle convenzioni Unesco che tutelano il patrimonio culturale immateriale”.

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