«Una tecnica rivoluzionaria è ora possibile in Ticino nella chirurgia del seno»
All’Ente Ospedaliero Cantonale, ogni anno avvengono circa 500 interventi al seno, di cui 150 con protesi sempre più morbide e malleabili. Da un anno la tecnica operatoria per l’estetica del seno ha avuto «un progresso straordinario», spiega il chirurgo Daniel Schmauss.
Di Fabio Lo Verso 29 maggio 2025
Reduce dalla sala operatoria, dove ha realizzato un lungo intervento di chirurgia ricostruttiva del seno, a seguito di un tumore — l’operazione, complessa, è durata oltre sei ore —, il Prof. Dr. Med. Daniel Schmauss rimane lucido e concentrato, risponde alle nostre domande con vivacità, efficacia, e con tanta gioviale simpatia. «L’intervento è andato molto bene», dichiara il caposervizio di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) del Ticino.
Per la paziente, inizia un tempo di recupero da quattro a sei settimane. Per il chirurgo, una serata di riposo e l’indomani si ricomincia. All’EOC avvengono ogni anno circa 500 interventi al seno, di cui 150 fra la mastoplastica addittiva, che interviene sul volume, e la mastopessi, che rimodella la forma. «La stragrande maggioranza dei casi riguarda la chirurgia ricostruttiva del seno, in concomitanza o a seguito di una mastectomia, la rimozione della ghiandola mammaria», sottolinea Daniel Schmauss.
Nel 2016, il chirurgo si è trasferito a Lugano da Monaco di Baviera, dove è nato e ha conseguito diversi titoli universitari e clinici. Al Corriere dell’italianità illustra le tappe dell’innovazione tecnologica e chirurgica a vantaggio delle pazienti.
Qual è stato il più importante progresso avvenuto negli ultimi anni nella chirurgia del seno?
Daniel Schmauss: Fino a cinque anni fa, nella chirurgia del seno, le protesi si inserivano sotto il muscolo grande pettorale, sacrificandone la funzionalità. Oggi si mettono sopra il muscolo, ed è questo senza dubbio il più importante passo avanti, che si è verificato grazie all’innovazione nel settore delle protesi. Prima erano ruvide, adesso sono lisce e soprattutto morbide, così morbide e malleabili che è possibile posizionarle sul muscolo anche in donne magre. Il grande progresso riguardo alla qualità delle protesi ha portato a miglioramenti impressionanti sia per la chirurgia ricostruttiva che per quella estetica.
Quali sono i vantaggi principali per le pazienti?
Dal punto di vista ricostruttivo, con le protesi moderne si è potuta sviluppare una tecnica meno invasiva, con minore impatto sui tessuti del seno, diminuendo il decorso postoperatorio e accorciando il tempo di recupero, anche se rimane tuttora relativamente lungo, di circa tre o quattro settimane. Dal punto di vista estetico, si evita l’effetto di dislivello nel decolleté, non si forma cioè quella sorta di «scalino» che delinea un contorno disarmonico attorno alla protesi. Motivo per cui in passato si inserivano le protesi sotto il muscolo.
La ricostruzione del seno, a seguito di una mastectomia, con le protesi moderne è ora più soddisfacente e durabile. Come evolve invece la chirurgia estetica?
In modo straordinario, eccezionale. Nel campo della cosiddetta mastoplastica addittiva, che consiste nell’aumento del volume mammario, è apparsa una tecnica rivoluzionaria, molto recente, mininvasiva, preservando i tessuti e anche la sensibilità del seno. Con questa tecnica si opera un taglio di due centimetri, invece di cinque: una differenza chiaramente enorme dal punto di vista chirurgico.
Non è inoltre più necessaria un’anestesia generale, è sufficiente quella locale. Poi si inserisce un palloncino che viene gonfiato creando una tasca sotto la ghiandola mammaria nella quale è inserita la protesi, e questo avviene senza lacerare i tessuti nativi. La durata dell’operazione è stata ridotta in modo significativo, dura da venti a trenta minuti, e dopo il risveglio la paziente può tornare addirittura al lavoro.
Da quanto tempo è possibile questa tecnica rivoluzionaria, e da quando è impiegata all’EOC?
È utlizzata dall’anno scorso in pochi Paesi al mondo, la Svizzera è uno dei primi ad averla adottata. Non è stato ancora realizzato alcun intervento di questo tipo all’EOC ma proprio domani ricevo una candidata, per valutarne la conformità: non tutte le pazienti sono adeguate per questo intervento riservato a donne con un seno non troppo grande e non troppo «sceso».
A breve avverrà anche da noi la prima operazione con la nuova tecnica, denominata «Preservé™» dalla ditta Motiva con la quale lavoriamo, usando le loro protesi, da dieci anni. «Preservé™», perché preserva le strutture mammarie naturali e anatomiche delle pazienti, e la loro serenità. Io intervengo principalmente a Lugano e Bellinzona, mentre il mio collega Dr. Med. Corrado Parodi opera anche a Mendrisio.
Quante operazioni sono state realizzate con la nuova tecnica di mastoplastica addittiva?
Da circa un anno, almeno un migliaio nel mondo, e non è fin qui stato segnalato nessun problema. Con questa tecnica che, sottolineo, riguarda la chirurgia estetica del seno, spariscono i timori delle pazienti legati ai danni ai tessuti mammari, e all’anestesia.