«Immagini più precise con la nuova TC Photon Counting, una prima assoluta in Ticino»

A Lugano è stata recentemente installata una tecnologia innovativa che offre una definizione delle immagini più elevata rispetto agli standard tradizionali, permettendo ai radiologi di ottenere una maggiore accuratezza diagnostica.

Di Fabio Lo Verso 24 ottobre 2025

 

È operativa dallo scorso settembre, la nuova TC Photon Counting, un’apparecchiatura con una risoluzione delle immagini nettamente più elevata rispetto alla TC (Tomografia Computerizzata) tradizionale. Installata all’Ospedale Regionale di Lugano, ora permette ai radiologi di ottenere una maggiore accuratezza diagnostica. A vederla (foto), la TC Photon Counting sembra una classica TC, ma le sue potenzialità tecniche e diagnostiche sono rivoluzionarie. In Svizzera, se ne contano sei o sette.

Per il Prof. Dr. Med. Filippo Del Grande, primario di radiologia dell’Ospedale regionale di Lugano, si tratta di un «cambio epocale» nella storia della TC, nata nel 1979; in precedenza veniva chiamata TAC (Tomografia Assiale Computerizzata). Nel tempo si è passati «dalla tecnologia sequenziale a quella spirale, fino a un aumento esponenziale dei rilevatori di energia, chiamati detettori», ci spiega Del Grande: «Ora invece a cambiare è il materiale con il quale sono costruiti gli stessi detettori». Nella nostra discussione il primario è coadiuvato da Matteo Merli, capo area TAC del servizio di radiologia dell’Ospedale regionale di Lugano.

 

Prof. Dr. Med. Filippo Del Grande. © DR

 

In cosa consiste la nuova rivoluzione tecnologica della TC Photon Counting?
Prof. Dr. Med. Filippo Del Grande
: Ogni TC è costituita da un emettitore di raggi X che, dopo aver attraversato il corpo umano, vengono rilevati da un detettore che trasforma l’energia in segnale. L’elaborazione del segnale permette di formare le immagini. Nella tecnologia tradizionale, i raggi X perdono energia all’interno del detettore e soltanto una parte si traduce in segnale digitalizzato e quindi in immagini. Mentre nella tecnologia Photon Counting, tutta l’energia dei raggi X si traduce in segnale digitalizzato e dunque in immagine. Da questo esempio, si capisce facilmente che sono necessari meno raggi X e quindi meno radiazioni per il paziente per avere la stessa quantità di raggi che vengono tradotti in segnale.
Matteo Merli: Così la TC Photon Counting può eliminare la cosiddetta «rumorosità», permettendo di ottenere immagini a elevatissima risoluzione spaziale, e offrendo la capacità di distinguere tessuti simili, di osservare due puntini vicinissimi tra loro, a 0,2 millimetri di distanza. Si tratta della prima apparecchiatura di questo tipo installata in Ticino. è probabile, come sottolinea il Prof. Del Grande, che in futuro tutte le TC utilizzate per la diagnostica per immagini saranno di tipo Photon Counting.

Quali vantaggi per il paziente rappresenta la TC Photon Counting rispetto alla TC tradizionale?
Filippo Del Grande
: Una maggiore accuratezza diagnostica, grazie a una migliore visualizzazione dei dettagli anatomici. Ma anche una forte diminuzione della dose di radiazioni ionizzanti. Il paziente è ora molto meno esposto ai raggi X rispetto alla tecnologia convenzionale, alcuni studi mostrano una riduzione del 50%. Infine, un enorme vantaggio consiste nella potenziale diminuzione di circa il 25% nell’uso dei «mezzi di contrasto» in radiologia, le sostanze che migliorano la visibilità di organi e strutture interne durante gli esami di diagnostica per immagini. Se si considera che i mezzi di contrasto possono ad esempio essere tossici per i reni, si coglie l’importanza del ricorso alla nuova tecnologia TC Photon Counting.

 

Matteo Merli. © DR

 

Nel dettaglio quali sono le applicazioni più evidenti?
Matteo Merli
: La nuova tecnologia permette di evidenziare le microfratture ossee, permette anche di esplorare con maggiore precisione la struttura interna dell’orecchio, e può essere usata con migliore efficacia per l’esame delle ossa del cranio, della colonna vertebrale, e del sistema circolatorio.
Filippo Del Grande: Aggiungerei a quanto detto dal signor Merli che la TC Photon Counting migliora sensibilmente la diagnostica cardiaca. Per esempio si può andare a vedere all’interno degli stent posti nel cuore, i microtubi inseriti in un’arteria coronaria ristretta per mantenerla aperta e ripristinare il normale flusso sanguigno. La nuova tecnologia consente di osservare un’occlusione, o un restringimento, in particolare nei vasi molto piccoli.
Prima, se sussisteva il dubbio, si rendeva per esempio necessaria una coronarografia, un intervento invasivo. Lo stesso vantaggio si contempla nell’osservazione degli stent impiegati anche a livello periferico, per trattare ad esempio condizioni come l’arteriosclerosi, una malattia cronica e progressiva delle arterie. Insomma la capacità di fornire informazioni dettagliate attraverso il Photon Counting, permettendo una maggiore accuratezza diagnostica, può ridurre anche la necessità di esami aggiuntivi.

 
Corriere dell’italianità


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