Boom di medici italiani in Belgio. I retroscena di un esodo recente
Sono sempre più numerosi a trasferirsi a Bruxelles, nelle Fiandre e in Vallonia, in linea con la grande fuga dei camici bianchi italiani all’estero. Il Belgio è ora una meta gettonata come Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Paesi Bassi. Ma il flusso avviene nel momento in cui il sistema sanitario belga è messo a dura prova dalla recente impennata della spesa sanitaria.
Di Valeria Camia Bruxelles / 29 maggio 2025
Cardiologi, ortopedici, anestesisti, oncologi, pediatri, clinici e ricercatori: sono quasi centoventi i medici ufficialmente iscritti oggi all’Associazione dei Medici italiani in Belgio (AMIB), fondata circa tre anni fa per creare una rete fra gli operatori sanitari attivi nel Paese. Tuttavia, includendo anche i non iscritti, il numero complessivo è decisamente più alto. Negli ultimi anni è costantemente cresciuto il flusso verso il Belgio, e nel 2022 si contavano oltre 500 professionisti della salute italiani operanti in primo luogo a Bruxelles, e poi nelle Fiandre e in Vallonia. Ma la presenza italiana nel sistema sanitario belga potrebbe essere ben più ampia.
Un’indicazione, per quanto non scientifica, giunge dai social media, dove si moltiplicano gli annunci di medici appena arrivati dall’Italia. Le mete più gettonate restano Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Paesi Bassi, tuttavia per il dott. Luciano Mazzeo Cicchetti, chirurgo oncoplastico del seno e chirurgo estetico, nonché presidente e fondatore dell’AMIB, «è anzitutto la possibilità di fare carriera in un clima di sana competitività» a rendere il Belgio una destinazione sempre più attrattiva. Il fenomeno è in linea con la grande fuga dei camici bianchi italiani all’estero, nel 2024 erano oltre 14mila i medici e infermieri pronti a lasciare l’Italia.
«Il sistema sanitario belga – chiarisce Mazzeo Cicchetti – si distingue per la sua efficienza, fondata sulla libera concorrenza tra medici e strutture sanitarie. Questo modello offre al medico un’ampia autonomia, permettendogli di lavorare nel sistema pubblico con una modalità simile a quella del settore privato. In pratica, ogni paziente può scegliere liberamente a chi rivolgersi, e il medico, anche se opera in una struttura pubblica, gestisce il rapporto con i pazienti con la stessa indipendenza e responsabilità tipica della libera professione». Un esempio, questo, significativo di come sia possibile gestire il complesso equilibrio tra sanità pubblica e privata – una questione invece particolarmente problematica in Italia.