Nuovo accordo sulle pensioni tra Italia e Albania
Dal 1° luglio è in vigore la convenzione bilaterale fra i due Paesi in materia di sicurezza sociale. Il testo stabilisce le nuove regole per la tutela previdenziale delle persone che hanno prestato attività lavorativa in entrambi gli Stati.
Di Valeria Angrisani responsabile Inas Cisl Svizzera romanda
Con messaggio del 10 luglio 2025 n. 2211, in attuazione della circolare 106/2025, l’Inps ha fornito alle proprie strutture territoriali tutte le istruzioni operative per la gestione delle domande sia per i residenti in Italia che in Albania.
In Italia si dovrà presentare domanda per via telematica tramite l’Inps, mentre i residenti in Albania potranno rivolgersi all’istituzione di sicurezza sociale albanese, Instituti i Sigurimeve Shoqërore (ISSH), che si occuperà di trasmettere le varie richieste al Polo specializzato presso la sede Inps di Perugia.
Con il nuovo accordo bilaterale è possibile effettuare la «totalizzazione dei contributi», che consiste nel sommare i contributi versati tra Italia e Albania per raggiungere i requisiti necessari per la pensione.
Per accedere all’istituto previdenziale della totalizzazione sono richiesti alcuni elementi essenziali:
Un periodo assicurativo di almeno un anno;
L’attività lavorativa prestata nei due Stati non deve sovrapporsi nello stesso periodo;
È necessario maturare il diritto alla pensione con la somma dei contributi nei due Paesi. Se il lavoratore è già in possesso dei requisiti pensionistici nello Stato albanese con i soli contributi albanesi, o viceversa in Italia con i soli contributi italiani, non viene applicata la totalizzazione internazionale.
L’accordo si rivolge alle seguenti categorie di lavoratori: dipendenti pubblici e privati, autonomi iscritti alle Gestioni speciali e anche a coloro che hanno versato contributi nella Gestione Separata.
La convenzione copre diverse prestazioni previdenziali: pensione di vecchiaia, pensioni anticipate di vecchiaia, invalidità, superstiti e garantisce maggiore tutela ai lavoratori migranti che si trovano in stato di disoccupazione, malattia o maternità. Garantisce maggiore tutela anche ai lavoratori distaccati. Le aziende italiane che distaccano i propri lavoratori in Albania avranno la possibilità di mantenere la contribuzione nel sistema italiano per un massimo di 24 mesi.
«L’accordo raggiunto tra Italia e Albania in materia previdenziale costituisce un grande passo avanti sulla strada dell’integrazione e del riconoscimento dei diritti sociali ed economici dei migranti», commentava all’epoca della firma Gigi Petteni, presidente del patronato Inas Cisl.
«Un accordo in ambito previdenziale, attraverso la possibilità di totalizzare i contributi maturati nei due Paesi, significa valorizzare questo ruolo e garantire un futuro pensionistico a persone che altrimenti, da qui a pochi anni, anche se vissute sempre del proprio lavoro, dovrebbero gravare sui sistemi assistenziali, non raggiungendo i requisiti necessari al pensionamento. Inoltre, di questa intesa beneficerà anche la comunità di cittadini italiani che lavorano o hanno lavorato in Albania», concludeva Petteni.
L’Inas Cisl è presente anche in Albania, con sede a Tirana, e insieme alla Fai e altre categorie della Cisl ha contribuito per vedere attualizzata questa convenzione che si attendeva da tempo.
Se avete lavorato in questo Stato potete contattarci per ulteriori informazioni.