L’agenda di Leone XIV nel disordine mondiale
Dalle prime parole rivolte ai fedeli e al mondo, pronunciate dalla loggia di San Pietro, Robert Francis Prevost, divenuto Leone XIV, ha delineato il programma di una Chiesa missionaria impegnata a costruire ponti di pace. Nel giorno dell’insediamento ufficiale, lo scorso 18 maggio, il Papa erede di Francesco ha tracciato le linee guida, nette e precise, della sua opera diplomatica.
Di Guido Gozzano 29 maggio 2025
«La pace sia con voi. Una pace disarmata, disarmante, umile». Papa Leone XIV è entrato nell’attuale fase di «disordine mondiale» con poche ma urgenti parole, pronunciate con una voce forte, chiara, altisonante, dalla loggia della Basilica di San Pietro, dal celebre balcone vaticano in cui, lo scorso 8 maggio, si è presentato ai fedeli e al mondo intero.
«Ogni mio sforzo sarà per la pace», ha nei giorni successivi sottolineato, rivolgendosi ai potenti della Terra: «Col cuore in mano, dico ai responsabili dei popoli: incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo». Se Francesco ha cambiato la Chiesa (leggi la nostra analisi a pagina 9), Leone vuole «salvare il mondo», considerano i più quotati vaticanisti. Infatti si è detto subito pronto a recarsi a Kiev, un viaggio che il suo predecessore non aveva compiuto, anche se al momento è giudicato «prematuro» dal cardinale Pietro Parolin, confermato segretario di Stato vaticano.
L’impegno di Leone XIV per la pace è il punto al primo posto nell’agenda del Vaticano, e quando il nuovo Pontefice dice che farà «ogni sforzo», intende davvero un’iniziativa a tutto tondo. Dalla premura diplomatica fino alla cura mediatica, chiedendo prima ai giornalisti di «disarmare le parole per contribuire a disarmare la Terra», e poi dettando un monito vibrante: «La guerra non è mai inevitabile, le armi possono e devono tacere, perché non risolvono i problemi ma li aumentano; perché passerà alla storia chi seminerà pace, non chi mieterà vittime».
La continuità spirituale e programmatica con Francesco è il filo unico che scorre nei primi giorni del pontificato di Papa Prevost, che ha scelto il nome di Leone XIV riallacciandosi alla storia di Leone XIII, il primo pontefice che si affacciò al ‘900, un Papa di grande sensibilità sociale, autore della Rerum Novarum, un’enciclica di importanza capitale nel rinnovamento della Chiesa. Ma l’autentica, profonda ragione di questa scelta è un’altra, porta il nome di Frate Leone d’Assisi, il religioso che divenne confessore e segretario di Francesco d’Assisi dall’anno 1220 circa fino alla morte. Il destino di Leone XIV appare così sempre più connesso, intrecciato all’eredità di Papa Francesco.