«Le livre sur les quais», il festival svizzero che ama la letteratura di lingua italiana

Le scrittrici Ilaria Gaspari, Monica Acito e Doris Femminis hanno incantato il pubblico della sedicesima edizione del festival romando di letteratura a Morges, ospiti della Fondazione Margherita per la cultura italiana.

Di Alvise Inselmi 25 settembre 2025

La scrittrice Doris Femminis al festival «Le livre sur les quais». Foto ©Christelle Villégier.

 

Per il secondo anno consecutivo la letteratura di lingua italiana ha un posto privilegiato al festival del libro più amato della Svizzera romanda, Le livre sur les quais a Morges. Dal 2024, infatti, la Fondazione Margherita per la cultura italiana è partner di programmazione della kermesse e porta sulle rive del Lemano autrici e autori italofoni, tradotti in lingua francese.

Alla sua sedicesima edizione, l’evento guidato dall’instancabile Alix Billen, continua a crescere: 40mila visitatori quest’anno, nelle giornate del 5, 6 e 7 settembre, tutte baciate dal sole. Non meno di 160 eventi diffusi nella splendida cittadina di Morges, con il lungolago come quartier generale per autori e pubblico.

Tra le star di questa edizione Emmanuel Carrère, Amélie Nothomb e Giuliano da Empoli. Un vero e proprio olimpo letterario sbarcato per tre giorni nello scorcio di costa vodese che vanta la vista più bella sul Monte Bianco. Conversazioni, laboratori, dibattiti, mostre, reading in crociera sul lago, speed-booking, karaoke letterari, interviste a bordo di treni storici che si inerpicano tra le vigne: une letteratura da vivere, insomma, che si trasforma in esperienza condivisa e che si integra in un paesaggio sublime. Adelaïde Fabre, direttrice artistica, è la regina di questo paradiso dei lettori, ed è con lei che la Fondazione Margherita ha instaurato un sodalizio vincente.

Una sala piena, col pubblico in piedi perfino nel corridoio, ha accolto Monica Acito e Ilaria Gaspari, ospiti dell’incontro Littérature italienne: les nouvelles voix. Ad animarlo la direttrice della Fondazione Margherita, Annalisa Izzo. «Uvaspina è stato uno degli esordi letterari più folgoranti del 2025 in Italia», dice. «Appena tradotto da Laura Bignon per le Éditions du Sous-sol, è un romanzo straordinario, scritto con una lingua potente e creativa. Tra le tante cose belle che Monica Acito riesce a fare coi suoi personaggi è renderli indimenticabili».

 

Monica Acito. © DR Morges, settembre 2025

 

Cilentana stabilitasi a Torino, Monica Acito è riuscita in un miracolo letterario. Se è vero infatti che, grazie al fenomeno L’amica geniale, la città di Napoli conosce da diversi anni una nuova popolarità letteraria, non è sempre facile sottrarla ai due stereotipi più perniciosi: il folklore locale – che include l’immagine instagrammabile – e l’inferno criminale.

Uvaspina non esclude dal suo orizzonte la bellezza struggente della città, e nemmeno la violenza delle pulsioni, ma le ingloba in una storia autentica e antica al tempo stesso. Di una grazia aspra e candida, l’autrice ha ripercorso per il pubblico del festival alcuni episodi del libro, rivelandone la fonte di ispirazione nella storia familiare – tra cugine abbandonate sull’altare, morti messe in scena con regolarità settimanale, figure di prèfiche in testa ai funerali – anche rivendicando la propria peculiare rappresentazione di una città che ha definito senza mezze misure «mestruata».

 

Ilaria Gaspari. © DR Morges, settembre 2025

 

Nel suo secondo romanzo, La reputazione, Ilaria Gaspari dà vita a personaggi ambigui, difficili da avvicinare, se non propriamente inetti, come è il caso della protagonista della vicenda, Barbara, eterna laureanda in filosofia e commessa nella boutique Jospehine, alla quale l’autrice ha confessato di assomigliare un po’. Del resto anche lei, ai tempi in cui studiava filosofia a Parigi, aveva un lavoretto alimentare nello showroom di Valentino in place Vendôme!

E se la scrittura di Ilaria Gaspari è brillante fino alla leggerezza, i suoi temi sono filosofici. «Al centro del romanzo – precisa Annalisa Izzo – ci sono questioni complesse, come quella, così attuale, della calunnia, e poi una riflessione sulla moda, problematiche che, a ben vedere, rinviano a un solo tema: il potere dello sguardo altrui nel definire chi siamo, nel forgiarci quasi nostro malgrado». In francese il libro s’intitola Une rumeur dans le vent, tradotto dalla scrittrice Romane Lafore per le edizioni Le bruit du monde, e pare sia piaciuto molto a Emmanuel Carrère.

Quest’anno la casa editrice Éditions d’en bas ha pubblicato col titolo Se sauver la traduzione francese di Fuori per sempre (Marcos y Marcos, 2019) che è valso alla sua autrice, Doris Femminis, il Prix Suisse de littérature nel 2020. Doris Femminis è infermiera psichiatrica e, insieme a Roland Buti e Alice Botelho, è intervenuta nell’incontro Folie et enfermement: l’écriture comme ligne de fuite.

«Abbiamo presentato tre libri che osservano da punti di vista molto diversi la neurodiversità nella nostra società contemporanea», conclude Annalisa Izzo: «Il libro di Doris Femminis è un libro civile che, attraverso la storia di una “ragazza interrotta”, porta uno sguardo umano sul lavoro del personale curante».

 
Corriere dell’italianità


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