Il ruolo della SRG SSR nella crescita del calcio femminile
Attraverso interviste e dirette radiofoniche e televisive, il servizio pubblico ha fornito un racconto coinvolgente che ha generato una coesione nazionale fra gli spettatori.
Di Marco Ambrosino responsabile contenuti editoriali SSR.CORSI
Gli eventi sportivi su scala europea o internazionale promuovono da sempre, e non solo tra gli appassionati, momenti di socialità e convivialità. Il comun denominatore che lega questi eventi è sicuramente la vetrina mediatica che li accompagna: si tratta di appuntamenti che attraverso servizi, interviste e dirette radiofoniche e televisive forniscono un racconto coinvolgente, che genera un senso di coesione nazionale tra gli spettatori.
Questo fenomeno è reso possibile grazie al servizio pubblico radiotelevisivo, che offre sempre una copertura capillare di questi grandi tornei internazionali, riuscendo a portare nelle case l’atmosfera che si respira in questi contesti. Ed è proprio questa l’operazione che la SRG SSR e di conseguenza le sue unità aziendali hanno voluto fare con gli Europei femminili di calcio 2025, contribuendo a divulgare un’esperienza condivisa inedita, ma che in futuro potrebbe diventare una consuetudine.
L’evoluzione del movimento in Svizzera
La partecipazione e l’organizzazione di un torneo di questa portata nel nostro Paese non è di certo casuale, ma è frutto di un cambiamento di mentalità all’interno dell’Associazione svizzera di football (ASF) che ha iniziato progressivamente a dare valore al movimento del calcio femminile. Quando la nazionale di calcio femminile è stata fondata nei primi anni Settanta godeva infatti di poco credito non solo da parte dei tifosi ma da anche parte delle istituzioni stesse e dei media: le (poche) giocatrici erano costrette ad allenarsi con uno staff non qualificato in campi di periferia, ottenendo risultati insufficienti che non permettevano al movimento di crescere né di avere sufficiente copertura mediatica. Una svolta significativa si è registrata attorno ai primi anni Duemila, quando l’ASF ha cominciato a investire nella formazione di nuove generazioni: il numero di giocatrici è rapidamente aumentato, così come tutto l’apparato formativo, portando al movimento un assetto più professionale, al passo con i tempi dello sport dei giorni nostri.
Questo cambio di paradigma è emerso anche nei risultati, che hanno visto la squadra della Nazionale cominciare a qualificarsi per i grandi tornei europei e internazionali, ottenendo sempre più risultati convincenti, attirando così nuovi responsabili professionisti, facendo crescere nuove giocatrici, conquistando nuovi tifosi e una crescente attenzione mediatica.
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Da poco terminato, questo torneo sembra attestare da un lato la conquista di una bella fetta di pubblico da parte di questo sport, dall’altro una sua crescita importante anche in suolo elvetico. Questi traguardi possono essere raccontati anche attraverso delle semplici cifre: a inizio torneo erano già 22 le partite con il tutto esaurito e più di 600 mila biglietti venduti, così come l’aumento esponenziale dei premi in denaro per le nazionali vincitrici, inesistenti nel primo Europeo del 1984 e oggi a quota 41 milioni di euro. L’auspicio è che questi numeri inneschino un effetto positivo anche sul movimento, creando un ciclo virtuoso che porti gli sponsor a investire nel campionato svizzero, mettendo così le basi per la creazione di una realtà sportiva professionistica a tutti gli effetti.
Vetrina di una realtà sportiva che rientra nella logica inclusiva del servizio pubblico
Anche in questo ambito si è rivelato decisivo il contributo del servizio pubblico radiotelevisivo che da alcuni anni si impegna per dare una vetrina a questa importante realtà sportiva. Da diversi anni, infatti, la SSR – e dunque la RSI – trasmette le partite della Nazionale, così come la finale di Coppa Svizzera.
Si tratta di una scelta consapevole da parte dell’azienda, poiché rientra perfettamente in una logica inclusiva di servizio pubblico e soprattutto perché si è consapevoli che offrire visibilità a questa realtà – come ha ricordato in più occasioni anche Marion Daube (Direttrice Calcio Femminile presso l’ASF) – permette davvero a sponsor e tifosi di familiarizzarsi con questo movimento sportivo.
La copertura mediatica della RSI
I Campionati europei appena terminati sono stati la dimostrazione plastica di questa linea di pensiero: la RSI ha infatti trasmesso in diretta televisiva tutte le partite, alternando quattro voci maschili in cronaca, spesso accompagnate dal commento tecnico a cura di Gaëlle Thalmann, già giocatrice della Nazionale svizzera e da qualche anno allenatrice dei portieri del Team Ticino maschile.
La copertura ha interessato naturalmente anche i settori della radio e del web: una vera squadra mediatica al servizio della Nazionale, esattamente come si realizza ormai da diversi anni con quella maschile. Va segnalata anche la presenza di figure importanti durante le trasmissioni di commento in studio: oltre a personaggi del calcio giocato come Pier Tami (Responsabile Nazionale Svizzera) o Murat Yakin (allenatore della Nazionale maschile), diversi rappresentanti istituzionali legati al calcio femminile hanno preso la parola come Dominique Blanc (Presidente dell’ASF fino al termine del torneo), Marion Daube stessa e Doris Keller, Direttrice di questi Campionati europei di calcio, per commentare non solo i risultati sportivi, ma anche quelli legati all’evoluzione del movimento stesso.
Gli ottimi numeri di ascolto del torneo
La crescita intrinseca del movimento e l’ottima copertura mediatica da parte del servizio pubblico hanno portato a registrare infine degli ottimi numeri di ascolto. La RSI durante tutto l’Europeo ha registrato uno share attorno al 25%, che ha visto però le partite della Nazionale raggiungere anche il 45%. Si tratta di un ottimo risultato viste le premesse e tenendo conto che, purtroppo, nessuna delle partite in programma si disputava nella Svizzera italiana.
A sostegno però dell’importanza del lavoro svolto da parte di tutto il servizio pubblico radiotelevisivo per far crescere il seguito di questo movimento ci sono i numeri registrati da SRF, attorno al 66%, che si avvicinano molto ai numeri che normalmente si registrano per la trasmissione della Nazionale svizzera maschile. La crescita del calcio femminile e dell’attenzione mediatica del servizio pubblico verso questo fenomeno è stata oggetto di un incontro organizzato dalla SSR. CORSI, di cui trovate un resoconto al seguente link.