Pensioni in Italia e Svizzera, cosa succederà nel 2026?
Lavori in corso per la legge di Bilancio 2026. Tra i progetti in discussione anche quello che riguarda la previdenza sociale e quindi la tematica delle pensioni.
Di Valeria Angrisani responsabile Inas Cisl Svizzera Romanda
Attualmente, per il prossimo anno, non è previsto alcun aumento dell’età pensionabile che slitterà all’anno successivo 2027. Nel quadro della legge Fornero che tiene conto dell’aumento della speranza di vita, dal gennaio 2027, per accedere alla pensione di vecchiaia, potrebbero essere richiesti tre mesi aggiuntivi rispetto agli attuali 67 anni di età per uomini e donne. Di conseguenza, anche la pensione di vecchiaia anticipata subirà un adeguamento dei suoi requisiti:
42 anni e 1 mese di contributi per le donne;
43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini.
Oggi per accedere alla pensione di vecchiaia anticipata sono richiesti per gli uomini 42 anni e 10 mesi di contributi e, per le donne, 41 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. L’unico requisito che rimane sempre stabile: la finestra di tre mesi prima dell’erogazione del primo rateo per la pensione di vecchiaia anticipata.
Nel disegno di legge sono previste inevitabilmente delle eccezioni al pensionamento nei confronti dei lavoratori precoci e coloro che svolgono lavori usuranti. Ancora non è certa la conferma della «Quota 103», che permette il pensionamento a 62 anni di età con il requisito di 41 anni di contributi.
Possibile riconferma invece, per il prossimo anno, del pensionamento con l’Opzione Donna, attraverso il quale le lavoratrici possono accedere alla pensione con 35 anni di contributi e, attualmente, 61 anni di età che vengono ridotti in presenza di figli. Con questa scelta di pensionamento, le lavoratrici accettano il calcolo interamente contributivo e una penalizzazione dell’assegno. Si prevede una conferma futura anche per la pensione Ape Sociale, che consente l’uscita dal mondo del lavoro a 63 anni per le seguenti categorie: disoccupati, invalidi, caregiver e lavoratori gravosi che abbiamo raggiunto oltre all’età anagrafica richiesta anche 30-36 anni di contributi. Si precisa che le seguenti indicazioni sono ancora in discussione e seguiremo l’evolversi delle trattative nelle prossime settimane in modo da darvi ulteriori conferme.
Sul fronte elvetico invece, è attesa con impazienza da parte dei pensionati svizzeri la fatidica tredicesima, che sarà attribuita nel dicembre del 2026. Tutti coloro che hanno diritto a una rendita di vecchiaia AVS riceveranno tredici mensilità invece di dodici. La rendita annua minima aumenterà quindi di 1.260 franchi, la rendita massima mensile di 2.520 franchi, mentre i coniugi riceveranno dall’AVS una rendita comune massima di 49.140 franchi all’anno. Quote che in proporzione al caro vita svizzero restano alquanto basse e non rendono affatto roseo il futuro dei pensionati.
Si ricorda inoltre che il versamento della 13esima mensilità riguarda esclusivamente le rendite di vecchiaia dell’AVS. Di conseguenza, le rendite per i superstiti, le vedove/i e gli orfani, e le rendite dell’invalidità, continueranno ad essere corrisposte in dodici mensilità.