Malgrado le sanzioni, le aziende europee continuano a commerciare con la Bielorussia

La dittatura di Lukashenko considera l’Italia uno dei suoi principali partner commerciali. Se la Svizzera registra una quantità sempre più limitata di importazioni, le esportazioni sono invece aumentate.

Inchiesta* di Robert Schmidt We Report 11 dicembre 2025

 

Dall’ottobre 2020 la Svizzera aderisce alle sanzioni dell’Ue, che sono state più volte inasprite in relazione al coinvolgimento del Paese nella guerra in Ucraina, ma che non vietano completamente il commercio fra la dittatura di Lukashenko e le nazioni del Vecchio Continente, compresa quelle elvetiche. I dati recenti della Commissione europea evidenziano che nel 2024 l’Ue rimaneva pur sempre il secondo partner commerciale della Bielorussia, dopo la Russia, con una quota del 10,5% del commercio totale di merci del Paese.

Nel dettaglio l’Ue ha importato merci per un valore complessivo di oltre 1,2 miliardi di euro, principalmente prodotti alimentari e materie prime, prodotti industriali come prodotti chimici, macchinari e mezzi di trasporto. Nello stesso tempo, sono state esportate in Bielorussia merci per un valore di circa 6,4 miliardi, macchinari e mezzi di trasporto, seguiti da prodotti chimici e alimentari.

La Bielorussia considera l’Italia uno dei suoi principali partner commerciali all’interno dell’Ue. Nel 2006 è stata fondata l’Associazione cooperazione e sviluppo Italia-Bielorussia, con sedi a Salerno, in Campania, e a Minsk. Nel marzo 2025, la filiale di Minsk ha organizzato un forum italo-bielorusso incentrato sul vino e sulla pasta, e una nuova edizione è già in programma. A maggio Kirill Petrovsky, inviato speciale per il commercio e gli affari della Bielorussia in Italia, ha presentato alle aziende italiane a Verona diverse «opportunità di investimento in Bielorussia».

Partner ufficiali dell’evento erano il centro commerciale CIS di Nola, comune italiano di circa 34mila abitanti della città metropolitana di Napoli, il Nola Business Park e Nola Interporto. Alla fine di ottobre, inoltre a Minsk si è tenuto un evento dedicato alle categorie di prodotti non soggetti a sanzioni (abbigliamento, calzature e accessori), al quale hanno partecipato, tra gli altri, il marchio di moda Scuola Nautica Italiana, il produttore italiano di prodotti per il benessere Xenia Global e il produttore svizzero di scarpe sportive Ulysses.

Nel frattempo, nel 2024 le esportazioni svizzere verso la Bielorussia sono aumentate del 17,9% (da 82 milioni a 97 milioni di franchi svizzeri), mentre le importazioni bielorusse in Svizzera, già di per sé modeste, sono diminuite di un ulteriore 13% (da 5 milioni di franchi a 4 milioni). Secondo il ministero svizzero degli Affari esteri, circa trenta aziende attive o con legami in Svizzera sono presenti in Bielorussia. La più importante è senza dubbio Stadlerrail, che dal 2014 gestisce uno stabilimento di produzione vicino a Minsk.

Ma gli scambi si concentrano in particolare sui prodotti chimico-farmaceutici non soggetti a sanzioni. La casa farmaceutica Roche, ad esempio, ha una sede di distribuzione in Bielorussia. Il gigante elvetico Novartis commercia i suoi prodotti tramite una società terza che opera anche per Roche e altre aziende farmaceutiche.

*L’inchiesta è stata sostenuta finanziariamente da Journalismfund Europe.

 
Corriere dell’italianità


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