Cittadinanza italiana, stop ai consolati nel 2026 arriva l’ufficio centrale

Il ministero degli Esteri a Roma (foto) gestirà tutte le domande di cittadinanza dall’estero. Il Cgie ha espresso forti preoccupazioni.

Di Redazione 15 ottobre 2025

 

Il parlamento è tornato ad occuparsi di cittadinanza italiana, a pochi mesi dalla legge 74/2025 che recide il filo dell’italodiscendenza nel mondo (leggi i nostri articoli qui, qui e qui). Oggi la Camera ha approvato in prima lettura un nuovo disegno di legge, collegato alla Manovra 2025, che punta a riorganizzare la gestione delle richieste di cittadinanza provenienti dall’estero.

La novità principale riguarda la «centralizzazione» delle pratiche: non saranno più esaminate dai consolati italiani, ma da un nuovo ufficio presso il ministero degli Esteri, operativo già dal prossimo gennaio 2026. La scelta di esautorare i canali consolari servirà, ha affermato il governo, «a snellire le procedure e a smaltire l’arretrato», accumulato soprattutto in Argentina e Brasile, dove vivono milioni di discendenti di italiani, e da dove provengono migliaia di richieste.

«Questa legge rende più efficiente e più trasparente il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis, e al tempo stesso sgrava i consolati di competenze amministrative per dedicare più risorse alle funzioni prettamente diplomatiche e alla tutela dei cittadini italiani all’estero», ha dichiarato il relatore Andrea Orsini, di Forza Italia. «Di grande significato politico», sempre secondo il parlamentare di FI, «è anche l’inserimento, fra i compiti istituzionali del ministero, della promozione della crescita economica attraverso il sostegno alle esportazioni e agli scambi per l’estero».

Tuttavia, alcuni rappresentanti degli italiani all’estero temono che la riforma possa rendere meno diretto il rapporto tra i cittadini e le istituzioni, complicando il monitoraggio delle pratiche e allungando i tempi. Il Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie) ha espresso forti preoccupazioni per la perdita di ruolo dei consolati, che fino ad oggi erano il punto di riferimento diretto per i cittadini nel mondo. Secondo il Cgie, la centralizzazione potrebbe complicare l’accesso ai servizi, aumentare la distanza tra cittadini e istituzioni e prolungare i tempi di attesa a causa del carico di lavoro concentrato in un unico ufficio.

 
Corriere dell’italianità


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